Abstract
Abstract
Le civiltà e lo studio della politica internazionale: leggere Arnold
Toynbee oggi
a fine della Guerra Fredda e i paradigmi analitici delle relazioni internazionali
che l’hanno accompagnata, hanno portato dall’inizio degli anni Novanta alla
ricerca di nuovi impianti teorici in grado di spiegare e concettualizzare la politica
internazionale.
Alcuni di questi hanno cercato di inglobare la storia della longue durée e di reintrodurre
approcci di tipo sociale e culturale su larga scala.
Tra di essi, in prima fila si è collocata la tesi dello “scontro di Civiltà”, proposta
da Samuel P. Huntington. Tuttavia i dibattiti nati sulla scia del lavoro di Huntington
hanno prodotto modesti sviluppi teorici nel quadro delle teorie delle civiltà, o per
meglio dire delle “analisi sulle civiltà”. La tesi di fondo di Huntington è che le “civiltà”
rappresentano unità spazio-temporali, mentre essa presta poca attenzione alle
civiltà come processo.
Tuttavia, è sorprendente come il riemergere della “civiltà” come concetto centrale
abbia prodotto, nell’ambito delle teorie delle relazioni internazionali, pochi
studi sulla tradizione delle “analisi sulle civiltà” all’interno della disciplina.
Di fronte a questa situazione, questo articolo si propone semplicemente di riesaminare
il dibattito sulle civiltà rivisitando il lavoro di Arnold J. Toynbee. Toynbee è
stato probabilmente il primo studioso ad impegnarsi in un’analisi di longue durée
delle civiltà applicata allo studio delle relazioni internazionali. L’articolo si propone
di chiarire la teoria delle dinamiche delle civiltà di Toynbee, sviluppata soprattutto
nel suo lavoro: A Study of History, e di dimostrare che, nonostante limiti evidenti,
essa ha sviluppato un quadro concettuale e teorico utile per gli studi contemporanei
sulla politica internazionale.
Le civiltà e lo studio della politica internazionale: leggere Arnold
Toynbee oggi
a fine della Guerra Fredda e i paradigmi analitici delle relazioni internazionali
che l’hanno accompagnata, hanno portato dall’inizio degli anni Novanta alla
ricerca di nuovi impianti teorici in grado di spiegare e concettualizzare la politica
internazionale.
Alcuni di questi hanno cercato di inglobare la storia della longue durée e di reintrodurre
approcci di tipo sociale e culturale su larga scala.
Tra di essi, in prima fila si è collocata la tesi dello “scontro di Civiltà”, proposta
da Samuel P. Huntington. Tuttavia i dibattiti nati sulla scia del lavoro di Huntington
hanno prodotto modesti sviluppi teorici nel quadro delle teorie delle civiltà, o per
meglio dire delle “analisi sulle civiltà”. La tesi di fondo di Huntington è che le “civiltà”
rappresentano unità spazio-temporali, mentre essa presta poca attenzione alle
civiltà come processo.
Tuttavia, è sorprendente come il riemergere della “civiltà” come concetto centrale
abbia prodotto, nell’ambito delle teorie delle relazioni internazionali, pochi
studi sulla tradizione delle “analisi sulle civiltà” all’interno della disciplina.
Di fronte a questa situazione, questo articolo si propone semplicemente di riesaminare
il dibattito sulle civiltà rivisitando il lavoro di Arnold J. Toynbee. Toynbee è
stato probabilmente il primo studioso ad impegnarsi in un’analisi di longue durée
delle civiltà applicata allo studio delle relazioni internazionali. L’articolo si propone
di chiarire la teoria delle dinamiche delle civiltà di Toynbee, sviluppata soprattutto
nel suo lavoro: A Study of History, e di dimostrare che, nonostante limiti evidenti,
essa ha sviluppato un quadro concettuale e teorico utile per gli studi contemporanei
sulla politica internazionale.
Originalsprog | Engelsk |
---|---|
Tidsskrift | Historical Processes and Peace Politics |
Vol/bind | 7 |
Udgave nummer | 8 |
Sider (fra-til) | 71-104 |
Antal sider | 34 |
Status | Udgivet - 1 jan. 2009 |
Udgivet eksternt | Ja |